Vecchie monete da 10 Lire, tutti ne abbiamo qualcuna in casa: se trovi questa hai un piccolo tesoro

Devi controllare anche tu: se per caso hai questa vecchia moneta, allora hai trovato un tesoro! Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Spesso capita di ritrovare in fondo a un cassetto, in una vecchia scatola di latta o in una collezione ereditata, una piccola moneta dimenticata, un frammento del passato che racconta silenziosamente una storia fatta di abitudini, economia e quotidianità. Non è raro che queste semplici tracce del tempo, magari appartenute ai nostri genitori o nonni, suscitino oggi un rinnovato interesse.

una persona che tiene in mano tante lire
Vecchie monete da 10 Lire, tutti ne abbiamo qualcuna in casa: se trovi questa hai un piccolo tesoro – accentonews.it

Le vecchie lire italiane continuano a suscitare grande curiosità tra gli appassionati di collezionismo o anche semplici nostalgici. Il valore di alcune monete è aumentato sensibilmente, soprattutto se rare, ben conservate o con caratteristiche particolari come errori di conio. In questo caso rientra la moneta da 10 lire del 1951. Insomma, quello che devi fare è andare a cercare per casa se per caso ne hai una. Perché? È semplice: avresti un tesoro per le mani!

10 lire del 1951: trovarla è davvero una fortuna!

La moneta da 10 lire 1951 – appartenente alla celebre serie delle Spighe – è uno dei pezzi più diffusi della Repubblica Italiana. Ideata da G. Romagnoli, mostra al dritto un aratro con la scritta REPVBBLICA ITALIANA e l’anno di conio, mentre il rovescio presenta due spighe di grano affiancate al valore 10.

una persona che mette in ordine delle monete
10 lire del 1951: trovarla è davvero una fortuna! – accentonews.it

La moneta in questione è realizzata in Italma, una lega leggera di alluminio ampiamente utilizzata nella monetazione italiana del secondo dopoguerra. Ha un peso di circa 1,60 grammi e un diametro di circa 23 millimetri, caratteristiche che la rendono facilmente riconoscibile per dimensioni e leggerezza. È stata coniata presso la Zecca di Roma e appartiene a una tiratura molto ampia: ne furono infatti prodotti circa 96.600.000 esemplari, rendendola inizialmente una moneta di largo uso quotidiano.

Nonostante l’elevato numero di pezzi immessi in circolazione, oggi può rappresentare un interesse particolare per i collezionisti, soprattutto se si trova in perfette condizioni o presenta varianti rare. È importante adottare alcune precauzioni prima di venderla o farla valutare. Innanzitutto, non pulirla mai: anche se può sembrare utile migliorarne l’aspetto, una pulizia casalinga rovina la superficie e può ridurre drasticamente il suo valore collezionistico.

La cosa migliore da fare è farla esaminare da uno specialista, soprattutto se noti dettagli insoliti o sospetti che possa trattarsi di un esemplare raro o con errore di conio. È altresì importante controllare con attenzione l’anno e lo stato di conservazione, due fattori che incidono in modo decisivo sulla stima economica.

Ma quanto vale? Un esemplare circolato, ovvero usato e visibilmente consumato, ha solitamente un valore simbolico che si aggira tra 1 e 2 euro, se non addirittura inferiore. Se invece la moneta si presenta in condizioni Splendide (SPL), ben conservata ma con lievi segni di usura, può arrivare a valere circa 7 euro.

Gli esemplari Fior di Conio (FDC), cioè perfetti e mai entrati in circolazione, possono raggiungere anche i 30 euro. Diverso il discorso per versioni rare come quelle con errori di conio o contrassegnate dalla dicitura PROVA: in questi casi il valore può salire fino a centinaia o addirittura oltre 1.000 euro, se confermato da un esperto.

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